Foto di Joni Mitchell REGNO UNITO – 29 AGOSTO: Festival dell’Isola di Wight, foto di Joni Mitchell (Foto di Tony Russell/Redferns)
La Storia del Festival dell’Isola di Wight è divisa in tre pagine
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Il Festival dell’Isola di Wight del 1970 è ricordato come uno degli eventi musicali più importanti e, allo stesso tempo, problematici della storia dei festival rock. Tenutosi dal 26 al 31 agosto, fu l’ultimo e più grande dei tre festival che si tennero sull’isola britannica e vide la partecipazione di alcuni dei più celebri nomi della musica mondiale. Tra i protagonisti figuravano Jimi Hendrix, The Who, Joni Mitchell, The Doors, Miles Davis e Emerson, Lake & Palmer. Con oltre 600.000 persone accorse da tutta Europa e oltre, fu il più grande raduno di massa nel continente fino a quel momento. Tuttavia, dietro l’apparente successo si nascondevano tensioni profonde, non solo di carattere organizzativo, ma anche politico-sociale, che segnarono la fine di un’era.
I festival precedenti: l’Isola di Wight del 1968 e 1969
Il Festival dell’Isola di Wight non nacque nel 1970, ma fu il culmine di una serie di eventi che avevano già preso piede negli anni precedenti. La prima edizione del festival si tenne nel 1968, con una partecipazione di circa 10.000 persone. Fu un evento relativamente piccolo, ma significativo, con artisti come Jefferson Airplane e The Move. Nonostante le dimensioni ridotte, il successo spinse gli organizzatori a replicare l’evento l’anno successivo.
Nel 1969, la seconda edizione crebbe notevolmente, attirando 150.000 persone e presentando una line-up impressionante che includeva Bob Dylan, appena tornato sulle scene dopo un lungo periodo di assenza, e altre icone come The Band e The Who. Questa edizione fu un vero trionfo, sia in termini di pubblico che di critica, e consolidò l’Isola di Wight come punto di riferimento per i festival europei.
Il Festival del 1970: una line-up leggendaria e un pubblico immenso
Il festival del 1970 superò di gran lunga le aspettative. Con la presenza di oltre 600.000 persone, si trasformò nel più grande raduno mai visto in Europa. Il pubblico, composto in gran parte da giovani, arrivò sull’isola con la speranza di rivivere l’atmosfera di eventi precedenti come Woodstock. Tuttavia, la dimensione dell’evento e le problematiche organizzative iniziarono presto a far emergere tensioni che sarebbero esplose in modo evidente.
La line-up del Festival dell’Isola di Wight 1970 includeva alcuni dei più grandi nomi del rock e della musica contemporanea. Tra questi vi erano Jimi Hendrix, che si esibì il 30 agosto, appena 18 giorni prima della sua morte, The Who, che offrirono una delle loro performance più memorabili con il loro album Tommy, e The Doors, che si presentarono in un momento particolarmente delicato della loro carriera, con Jim Morrison coinvolto nel processo per oscenità legato al famoso concerto di Miami. Altri artisti di spicco furono Miles Davis, con una delle sue più intense performance jazz-fusion, e il supergruppo Emerson, Lake & Palmer, che si esibì nel suo secondo concerto ufficiale.
Tensioni tra organizzatori e pubblico: la rivolta contro i biglietti
Una delle principali cause di tensione al Festival dell’Isola di Wight 1970 fu la decisione di far pagare un biglietto d’ingresso. In un periodo in cui il movimento giovanile era fortemente critico verso la commercializzazione della musica e della cultura, il concetto di pagare per partecipare a un evento così significativo suscitò grande indignazione. Già prima del festival, circolavano voci di boicottaggi e proteste contro il costo del biglietto, che veniva visto come una forma di sfruttamento commerciale in contrasto con i valori della controcultura.
Quando iniziò il festival, le proteste si intensificarono. Migliaia di giovani, molti dei quali non potevano permettersi il biglietto, decisero di entrare comunque nell’area del festival, forzando i cancelli e abbattendo le recinzioni. Questa pratica, nota come autoriduzione (il non pagamento del biglietto come atto di rivendicazione politica), era già emersa come parte del movimento di protesta sociale dell’epoca. Il festival, che doveva essere un evento a pagamento, si trasformò presto in un evento gratuito, come accaduto a Woodstock l’anno precedente.
Questa tensione culminò con la creazione di un accampamento informale chiamato Desolation Row, una zona occupata da chi rifiutava di pagare per accedere all’evento. Costruito con balle di paglia e materiali di fortuna, Desolation Row divenne il simbolo della ribellione contro la commercializzazione della musica e il sistema che il festival sembrava voler rappresentare. Molti dei giovani accampati qui si sentivano traditi, convinti che i festival dovessero essere liberi e accessibili a tutti, come parte dell’ideale utopico di comunità e condivisione.
Le esibizioni: Hendrix, The Who e Joni Mitchell
Nonostante il caos organizzativo e le tensioni con il pubblico, le esibizioni al Festival dell’Isola di Wight 1970 furono di altissimo livello. Il concerto di Jimi Hendrix, in particolare, rimane nella memoria collettiva come uno dei suoi ultimi grandi momenti. Sebbene visibilmente stanco e segnato dai problemi personali, Hendrix diede vita a una performance vibrante, suonando brani iconici come Machine Gun, All Along the Watchtower e Voodoo Child. La sua chitarra elettrica sembrava risuonare come un grido di libertà, ma anche di sofferenza, prefigurando in qualche modo la sua morte prematura.
The Who, che si esibirono poco dopo Hendrix, lasciarono il pubblico senza fiato con l’esecuzione di Tommy, il loro celebre album rock opera. Pete Townshend e Roger Daltrey guidarono il gruppo attraverso una performance energica e dinamica, che si concluse con i brani storici My Generation e Summertime Blues. Nonostante le condizioni difficili, The Who dimostrarono ancora una volta perché erano considerati uno dei gruppi più influenti della loro epoca.
Un altro momento memorabile fu l’esibizione di Joni Mitchell, che si trovò a dover affrontare direttamente la frustrazione del pubblico. Durante la sua performance, un giovane, soprannominato Yogi Joe, salì sul palco interrompendo il concerto per fare un discorso politico in difesa di Desolation Row e contro la commercializzazione della musica. Mitchell, visibilmente scossa, cercò di calmare il pubblico, richiamandolo alla necessità di rispettare gli artisti e la loro espressione creativa. Questo episodio mostrò chiaramente le tensioni ideologiche che stavano attraversando la scena musicale di quel periodo.
Un caos organizzativo senza precedenti
Oltre alle tensioni politiche e sociali, il Festival dell’Isola di Wight 1970 fu segnato da una serie di problemi organizzativi che ne resero difficile la gestione. La logistica per un evento di quelle dimensioni era estremamente complessa, e le infrastrutture messe a disposizione non erano sufficienti per far fronte a una folla così numerosa. Il sistema di amplificazione non riusciva a coprire efficacemente l’intera area del festival, il che causò ulteriori disagi tra gli spettatori più lontani dal palco. Anche le condizioni igienico-sanitarie furono del tutto inadeguate, con un numero insufficiente di servizi igienici per il pubblico presente.
Il caos generale fu aggravato dall’assenza di una pianificazione adeguata per la distribuzione di cibo e acqua. Molti partecipanti si trovarono a dover affrontare lunghe code per ottenere anche i beni di prima necessità, e la mancanza di punti di ristoro sufficienti contribuì a creare un clima di frustrazione. Anche l’approvvigionamento di energia elettrica fu un problema, con frequenti blackout che interruppero le esibizioni degli artisti.
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