La Biografia di Jimi Hendrix è divisa in dieci pagine
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Le origini familiari
Jimi Hendrix, nato Johnny Allen Hendrix il 27 novembre 1942 a Seattle, nello stato di Washington, visse un’infanzia segnata da difficoltà economiche e instabilità familiare. Poco dopo la sua nascita, il padre cambiò il suo nome in James Marshall Hendrix, in onore di un antenato della famiglia.
Le origini paterne: Al Hendrix
Il padre di Jimi, Al Hendrix (nato James Allen Hendrix), proveniva da una famiglia afroamericana di umili origini. Al nacque nel 1919 a Vancouver, nello stato di Washington, in un contesto segnato da disuguaglianze sociali, povertà e segregazione razziale. Dopo aver servito nell’esercito durante la Seconda Guerra Mondiale, tornò a Seattle, dove cercò di sostenere la famiglia lavorando come manovale.
Nonostante le difficoltà economiche, Al Hendrix fu una figura di grande supporto per Jimi, incoraggiando il suo talento musicale fin dalla tenera età. Fu lui a regalargli la sua prima chitarra, nonostante le ristrettezze economiche.
Le origini materne: Lucille Jeter
La madre di Jimi, Lucille Jeter, nacque nel 1925 a Seattle. Di origini afroamericane e cherokee, Lucille crebbe in un contesto difficile, e il suo matrimonio con Al Hendrix fu altrettanto complesso. Sebbene Lucille avesse una natura affettuosa, la sua vita fu segnata dall’instabilità, e soffrì di alcolismo, condizione che la tenne spesso lontana dalla famiglia. Lucille morì nel 1958, quando Jimi aveva solo 15 anni, lasciando un vuoto profondo nella vita del giovane chitarrista.
Nonostante le difficoltà familiari, è in questo contesto che Jimi Hendrix sviluppò il suo interesse per la musica, trovando nella chitarra una via d’uscita dalle difficoltà e dal dolore personale.
“Avevo la stranissima sensazione di essere nato per un motivo“
“ho vissuto sulla mia pelle tutto quello che suono. Si tratta di dare libero sfogo ai miei sentimenti più intimi: aggressività, dolcezza, sensibilità, ogni cosa”
Primi interessi musicali
Sin da giovane, Jimi Hendrix dimostrò una naturale inclinazione verso la musica. Cresciuto in un ambiente segnato da difficoltà economiche, trovò nel blues e nel rock and roll un rifugio e una fonte di ispirazione. La sua famiglia non aveva molte risorse, ma la musica era una costante nella loro casa. I dischi di artisti come Muddy Waters, B.B. King, Howlin’ Wolf, Chuck Berry e Elvis Presley influenzarono profondamente il giovane Jimi.
Non avendo accesso a una formazione musicale formale, Jimi imparò a suonare da autodidatta. Prima ancora di possedere una chitarra vera, usava una scopa per imitare i movimenti dei suoi idoli musicali. Il suo talento precoce attirò l’attenzione del padre Al, che gli comprò una chitarra acustica di seconda mano quando aveva 12 anni.
Con la chitarra in mano, Hendrix trascorse ore e ore a praticare, imparando ad orecchio i riff dei grandi del blues e del rock. Nonostante le limitazioni tecniche dovute alla sua giovane età e alla mancanza di un insegnante, Jimi dimostrò una passione inesauribile per la musica, cercando sempre di migliorarsi e di spingere i limiti del suo strumento.
“Faceva cose dell’altro mondo”, commentava Keith Altham, noto giornalista musicale, dopo averlo visto esibire.
In breve tempo Jimi seppe anche generare curiosità e profonda ammirazione fra i più importanti musicisti inglesi, tar cui membri di Beatles e rolling Stones, Eric Clapton, Pet Townshened, Jeff Beck, Alexis Korner, John Mayall …
Gli inizi con la chitarra
Una delle caratteristiche distintive di Jimi Hendrix era il suo modo non convenzionale di suonare la chitarra. Essendo mancino, ma avendo ricevuto una chitarra per destri, Hendrix si trovò a dover affrontare un problema pratico: imparare a suonare con lo strumento girato al contrario. Invece di cambiare le corde, semplicemente le lasciò nella posizione originale, suonando quindi una chitarra per destri “al contrario”. Questo approccio non convenzionale influenzò notevolmente il suo stile chitarristico, permettendogli di sviluppare tecniche innovative che sarebbero diventate il suo marchio di fabbrica.
A 14 anni, Jimi Hendrix iniziò a suonare con band locali a Seattle, esibendosi nei piccoli club e alle feste. Una delle sue prime esperienze significative fu con la band The Velvetones, con cui suonava nelle occasioni sociali locali. Sebbene il suo repertorio fosse costituito principalmente da cover, Hendrix cercava sempre di aggiungere un tocco personale a ogni brano, sperimentando con nuove sonorità e tecniche.
Durante questi primi anni, iniziò a sviluppare la sua abilità nell’improvvisazione, che sarebbe diventata una delle sue caratteristiche distintive in futuro.
Jimi Hendrix fu arruolato come paracadutista nella 101ª Divisione Aviotrasportata. Anche se la vita militare non gli piaceva, ne trasse una maggiore disciplina e concentrazione. Fu durante questo periodo che incontrò Billy Cox, un compagno soldato e bassista. I due legarono immediatamente, passando il tempo libero a suonare insieme, ponendo le basi per la loro futura collaborazione musicale.
Hendrix ottenne il congedo per un infortunio alla caviglia, ma mantenne i contatti con Cox, che avrebbe giocato un ruolo importante nella sua carriera futura.
L’ambiente musicale in cui si è formato Jimi Hendrix
Mentre il rock bianco iniziava a dominare le classifiche grazie a gruppi come i The Beatles, i The Rolling Stones e Bob Dylan, Jimi Hendrix stava forgiando la sua carriera in un ambiente musicale diverso: quello della black music afroamericana. Il suo percorso si sviluppò nel contesto del blues, del rhythm and blues (R&B) e del soul, generi che stavano plasmando la cultura afroamericana dell’epoca.
Prima di diventare la leggenda del rock che tutti conosciamo, Hendrix iniziò come turnista per grandi artisti della black music come Little Richard, The Isley Brothers, Curtis Knight e King Curtis.
Queste esperienze furono fondamentali per la sua crescita musicale e artistica, poiché lo misero in contatto con il cuore pulsante della musica afroamericana, che non era solo una forma d’intrattenimento, ma anche un potente mezzo di protesta sociale contro l’ingiustizia e la segregazione razziale.
La black music degli anni ’60, con figure come Ray Charles, James Brown e Otis Redding, rappresentava una voce forte per le comunità nere americane, una musica che lottava per l’affermazione dell’identità culturale afroamericana. In questo ambiente, Hendrix trovò la sua strada artistica, mescolando l’intensità emotiva del blues con la complessità e l’energia del R&B.
Fin da questi primi anni, Hendrix dimostrava un’incessante ricerca artistica e un forte perfezionismo. Anche come turnista, cercava sempre di spingere i limiti delle sue esecuzioni, aggiungendo un tocco personale e sperimentando con nuove sonorità. Questi primi passi furono essenziali per formare il suo stile unico, che univa la potenza grezza del blues con l’esplosività del rock.
L’esperienza con Little Richard
Una delle esperienze più significative per Jimi Hendrix in questo periodo fu la sua collaborazione con Little Richard, il leggendario pioniere del rock ‘n’ roll. Il 1 marzo 1964, Little Richard assunse un giovane Hendrix per suonare nella sua band di supporto, i Little Richard and the Royal Company. All’epoca, Little Richard era già una figura affermata e rivoluzionaria nella musica, ma la sua carriera aveva subito un rallentamento alla fine degli anni ’50. Dopo un periodo di pausa dal mondo musicale, in cui si era dedicato alla religione e all’università, Richard decise di tornare sulla scena musicale nel 1962.
Per Hendrix, questa fu un’occasione importante. Aveva già suonato in diversi club del Chitlin’ Circuit, un circuito di locali che ospitavano artisti afroamericani, ed era stato notato da The Isley Brothers, per i quali aveva suonato come turnista. Ma lavorare con Little Richard, il re indiscusso del rock ‘n’ roll, rappresentava un passo importante nella sua carriera.
Tuttavia, la collaborazione tra i due durò poco, appena un anno. Secondo diverse fonti, le ragioni della separazione non sono del tutto chiare. Alcuni raccontano che Hendrix fosse stato licenziato da Little Richard per la sua mancanza di disciplina e i frequenti ritardi durante le tournée. Si narra che l’autobus della band dovesse aspettare Hendrix, che preferiva spendere il suo tempo cercando di fare colpo sulle ragazze, piuttosto che concentrarsi sui suoi impegni musicali.
D’altra parte, in una lettera scritta al padre, Hendrix lamentava ritardi nei pagamenti e dichiarava di voler mettere fine alla collaborazione, suggerendo che fosse stato lui a lasciare la band. Qualunque fosse la verità, è probabile che ci fossero tensioni artistiche più profonde. Jimi Hendrix, infatti, aveva già iniziato a sviluppare la sua personalità di leader e performer, e mal si adattava a un ruolo di supporto in cui doveva restare sullo sfondo.
La collaborazione con Little Richard fu comunque cruciale per la crescita di Hendrix. Durante questo periodo, affinò ulteriormente la sua tecnica e il suo stile, sviluppando anche una maggiore consapevolezza della sua identità artistica.
Dopo aver collaborato con Little Richard, Hendrix si trasferì a New York, dove iniziò a suonare nei locali del Greenwich Village, una delle scene musicali più vivaci dell’epoca. Fu durante una di queste esibizioni che fu notato da Chas Chandler, ex bassista degli Animals, che rimase colpito dal suo stile unico. Chandler convinse Hendrix a trasferirsi a Londra per formare una nuova band, e fu così che nacquero i The Jimi Hendrix Experience, la band che avrebbe proiettato Hendrix verso il successo mondiale.
Probabilmente, il palcoscenico di Little Richard era troppo piccolo per due personalità così esplosive: Hendrix, che di lì a poco avrebbe incendiato il Monterey Festival, era destinato a crearsi il suo spazio, non come turnista, ma come icona rivoluzionaria della chitarra elettrica.
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