
di Giovanna Genovese
Si è spento stanotte, all’età di 71 anni, il noto saggista, critico d’arte e personaggio televisivo Philippe Daverio. La notizia è stata annunciata poche ore fa sul profilo Instagram della direttrice del Teatro Franco Parenti di Milano, Andree Ruth Shammah.
Quarto di sei figli, Daverio nasce nel 1949 nella città di Mulhouse, in Alsazia, da madre francese e padre italiano. Dopo il trasferimento in Italia, nel 1968 si iscrive alla Bocconi di Milano, dove aderisce ai ferventi movimenti studenteschi dell’epoca, facendosi subito notare per il suo eccentrico abbigliamento, presentandosi ai cortei in papillon. Philippe, però, abbandona presto gli studi e non consegue la laurea.
Un autore prolifico
Nel 1975, a Milano, in via Monte Napoleone 6, apre la sua prima galleria d’arte, la “Galleria Philippe Daverio”, specializzata nel Novecento italiano, cui seguiranno nell’86 la “Philippe Daverio Gallery” di New York, dedicata all’arte del XX secolo e nel 1989 la seconda galleria milanese, dedicata all’arte contemporanea.
Sempre in quegli anni emerge il suo interesse per l’editoria e la saggistica; direttore della collana “Art e Dossier” e consulente per la casa editrice Skira, scrive anche per Corriere della Sera. Tra le sue numerose pubblicazioni, “Il design nato a Milano. Storia di ragazzi di buona famiglia” del 2005, “Il museo immaginato” del 2011, “Il secolo spezzato delle avanguardie” del 2014, “L’arte in tavola” e “Il gioco della pittura” nel 2015 e l’ultimo, del 2019, “La mia Europa a piccoli passi”.
Daverio era anche un docente: nella “sua” Milano ha insegnato presso la IULM e al Politecnico, mentre a Palermo, fino al 2016, è stato professore di disegno industriale.

Daverio a MITO 2008, credits: Lelli e Masotti
La polemica sui “cannoli a canne mozze”
La sua presenza in Sicilia è segnata anche dalle polemiche scaturite da alcune recenti, pesanti, dichiarazioni a scapito del popolo siciliano (poi rettificate), e dall’esperienza in qualità di bibliotecario per il comune di Salemi insieme al collega, allora sindaco, Vittorio Sgarbi, che questa mattina ha dichiarato ad Adnkronos: “Entrambi abbiamo fatto attività politica, ma senza che questa diventasse politica dell’arte. Lui non faceva il politico ma era molto più politico di noi”. Negli anni ’90 Daverio è stato anche assessore nella giunta leghista di Formentini a Milano, con deleghe a cultura, tempo libero, educazione e relazioni internazionali.
Arte in TV
Nel 2011, in concomitanza dei festeggiamenti per il 150º anniversario dell’Unità d’Italia, ha fondato il movimento Save Italy, per sensibilizzare intellettuali e comuni cittadini alla salvaguardia del patrimonio culturale italiano, che si è impegnato con successo in una accesa protesta contro la proposta di realizzazione di una discarica nelle immediate vicinanze di Villa Adriana a Tivoli.
Principalmente, però, Philippe Daverio era conosciuto per essere un personaggio televisivo: per la Rai, era stato il volto di “Il Capitale di Philippe Daverio”, inviato speciale della trasmissione Art’è, autore e conduttore di Art.tù. e soprattutto di “Passepartout“, la più famosa delle sue trasmissioni dedicate all’arte; mentre la sua ultima collaborazione lo ha visto come inviato per Striscia la Notizia.
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