Published On: 13 October 2020|By |

di Giovanna Genovese

Per reagire ai disastrosi strascichi causati dalle chiusure forzate dovute all’emergenza da COVID-19, il Berghain, il più famoso dei club techno Berlinesi si reinventa come galleria d’arte e ospita la mostra Studio Berlin.

La pandemia non accenna a smettere di arrecare gravissimi danni economici al settore dell’arte e dell’intrattenimento di tutto il mondo. Le discoteche e i club sono tra le strutture più colpite dalla crisi, e nemmeno luoghi di culto come il Berghain rimangono immuni.

“Il domani è la domanda”

Morgen ist die Frage, questo è l’interrogativo che adesso svetta a caratteri cubitali su uno striscione sulla storica facciata dell’ex centrale elettrica di Friedrichshain.

Quante ore in fila, in religioso silenzio, sotto le peggiori avversità riservate del rigido clima berlinese, hanno passato i cultori della Techno in pellegrinaggio da tutto il mondo, nella pallida speranza di poter assistere ai set dei loro artisti preferiti, per essere poi, nella maggior parte dei casi, bruscamente “rimbalzati” dal ferocissimo buttafuori-superstar Sven Marquardt, magari solo per una sciarpa di troppo o uno “zwei” pronunciato in modo poco convincente?

Costretto alla chiusura il 20 aprile di quest’anno, i locali abitualmente sovraffollati del Berghain sono rimasti a lungo vuoti.

Proprio durante i tre lunghi mesi di inattività, il collezionista Christian Boros matura l’idea di organizzare una mostra negli storici locali della nightlife berlinese. La scelta cade sul Berghain, poiché, nei primi anni Novanta, i proprietari Michael Teufele e Norbert Thormann organizzavano delle serate rave fetish in un ex rifugio antiaereo nel quartiere Mitte, che oggi è proprio la sede della Boros Foundation.

La mostra

Studio Berlin riunisce le opere di 117 artisti contemporanei che vivono e lavorano nella capitale tedesca, tra i quali figurano anche nomi come Olafur Eliasson, Anne Imhof e Petrit Halilaj. Si tratta di fotografie, dipinti sculture, performance e installazioni multimediali, che vanno ad aggiungersi alle note installazioni permanenti di Norbert Bisky, Marc Brandenburg, Julian Göthe, Joseph Marr e Wolfgang Tillmans.

I visitatori potranno così varcare le porte del club senza preoccuparsi di dover affrontare il terribile giudizio di Sven, e visitare indirturbati i locali di Am Wriezener Bahnhof, fino a dicembre.

Il biglietto d’ingresso, del costo di 20 euro per l’intero e 10 per il ridotto, andrà a sostegno del Berghain, e potrà essere acquistato sul sito dell’evento.

Sono previsti anche tour e open house privati, con o senza guida.

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