Reddito compensativo per gli artisti iscritti al Registro, dimostrando di non avere altre o sufficienti entrate. In altri paesi l’artista percepisce sussidi e gli viene riconosciuta la formazione come “aggiornamento continuo”. Un artista deve avere disponibilità di tempo per studiare e questo non deve essere un’esclusiva di chi vive in condizioni privilegiate. Le disuguaglianze non devono condizionare l’arte. Lo Stato, a fronte del numero degli iscritti al Registro, potrà valutare di mettere in atto nuovi interventi finanziari grazie alla riemersione dal nero, quegli artisti, seri professionisti che però non si possono permettere di avere una partita IVA.
Questo poi comporterebbe anche un aumento qualitativo della proposta artistica, perché l’artista non sarebbe più costretto a seguire logiche di mercato che gli impongono di diventare una star da X Factor per poter vivere della propria arte, cioè dove l’attenzione va anche su altri temi, se non soprattutto, riguardando più l’immagine o la ricerca spasmodica della melodia facile “che spacca”, invece di potersi concentrare sullo studio e la ricerca, come è dovere e necessità di ogni artista.
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