Le risorse del PNRR Cultura, destinate al sostegno e allo sviluppo del patrimonio culturale italiano, rappresentano un aiuto prezioso per tutto il settore, ma vanno investite rispettando criteri e procedure molto rigidi. Facciamo un punto della situazione.

Un biennio davvero difficile
Il biennio 2019/2021, attraversato in pieno dalla pandemia, ha fatto registrare, all’interno del settore culturale italiano, un calo dell’occupazione del 6,7 %, traducibile in 55 mila posti di lavoro in meno. La spesa media destinata dalle famiglie alla fruizione di spettacoli dal vivo, invece, è stata tagliata circa del 75%, mentre il settore di mostre e musei lamenta perdite di introiti per il 27% nella spesa e del 72% per la fruizione.
Nel 2022 buoni segnali di ripresa si sono avvertiti con le grandi riaperture al pubblico di musei, spettacoli ed altri eventi culturali; ma, per sopperire a perdite come quelle registrate nei due anni precedenti, la risorsa più preziosa è rappresentata dai fondi destinati al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Vediamo dunque, di fare chiarezza sullo stato attuale delle risorse del PNRR Cultura, dedicate al sostegno e allo sviluppo del patrimonio culturale italiano.
Dentro il PNRR Cultura
Per riassumere la questione è bene cominciare ricordando che il PNRR ha riservato alla Cultura uno spazio specifico nell’ambito della Missione 1, quella dedicata alla digitalizzazione e all’innovazione; nello specifico, a cultura e turismo, è dedicata la Componente 3, della cui attuazione risponde direttamente il Ministero per la Cultura.
Le Misure in cui si articola la Componente 3, denominata M1C, sono 3:
- “Patrimonio culturale per la prossima generazione”, alla quale sono stati destinati complessivamente 1,1 miliardi di euro;
- “Rigenerazione di piccoli siti culturali, patrimonio culturale religioso e rurale”, finanziata con 2,72 miliardi di euro;
- “Industria culturale e creativa 4.0”, cui sono destinati 0,46 miliardi di euro.

PNRR Cultura, facciamo il punto
Degli investimenti inquadrati nella prima Misura, il secondo ed il terzo sono destinati alla “rimozione delle barriere fisiche e cognitive in musei, biblioteche e archivi” e a “migliorare l’efficienza energetica in cinema, teatri e musei”. Entrambi sono stati già avviati tramite Avvisi pubblici dedicati; ma mentre per l’ultimo sono stati già investiti i 300 milioni a disposizione, per la rimozione delle barriere dei luoghi della cultura restano ancora da mettere al bando 170 milioni di euro.
Per quanto riguarda la seconda Misura, invece, gli investimenti sono 4. Il primo, volto a finanziare progetti di rilancio e valorizzazione dell’attrattività dei piccoli borghi, che è anche quello più ricco e di cui si è maggiormente parlato negli ultimi mesi, è stato completato, impegnando l’intero miliardo di euro messo a disposizione. Il secondo Investimento, finalizzato alla tutela e valorizzazione dell’architettura e del paesaggio rurale, è già stato avviato, attraverso procedure gestite direttamente dalle Regioni, che esauriranno l’intero plafond di 600 milioni. Anche il terzo investimento, volto a valorizzare l’identità dei luoghi attraverso interventi mirati su parchi e giardini storici, con l’investimento dei 300 milioni messi a disposizione, è stato completato. Infine, la terza Misura riguarda gli investimenti nel settore cinematografico e audiovisivo per migliorarne la competitività, attraverso lo stanziamento di 300 milioni per il rilancio di Cinecittà e il supporto agli operatori dell’industria culturale e creativa; questi sono incentivati a riprogettare gli eventi culturali in una logica di sostenibilità ambientale e a sviluppare competenze green e digitali. Quest’ultima Misura è purtroppo ancora in fase di avvio, e starà al futuro Governo fare si che i fondi previsti vengano correttamente impegnati.
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