Lo spettacolo Cinemamuto al Teatro San Ferdinando di Napoli
La rappresentazione teatrale Cinemamuto, in scena al Teatro San Ferdinando di Napoli fino a domenica 19 maggio, narra la vicenda della regista Elvira Notari e della censura fascista. Questo spettacolo non solo ci illustra il passato, ma ci invita anche a riflettere sul presente. È una produzione del Teatro di Napoli-Teatro Nazionale, con testo di Roberto Scarpetti e direzione di Gianfranco Pannone, vincitore di un premio speciale ai Nastri d’Argento 2023 per il docufilm “Via Argine 310” sulla vicenda degli operai della Whirlpool di Napoli.
La storia di Elvira Notari
Il copione racconta la storia di Elvira Notari, la prima regista donna italiana, che subì la censura fascista un secolo fa. I protagonisti dello spettacolo sono Iaia Forte nel ruolo di Elvira Notari e Andrea Renzi, che interpreta Leone, il funzionario censore. Le scenografie sono di Luigi Ferrigno e Sara Palmieri; i costumi di Grazia Colombini; il disegno luci di Carmine Pierri; le musiche di Giovanna Famulari; il montaggio video di Erika Manoni; i video di Alessandro Papa.
Gli anni Venti e la censura fascista
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Alla fine degli anni Venti, il cinema stava subendo una trasformazione con l’arrivo del sonoro, ma soprattutto in Italia si era affermato il fascismo. Anche Elvira, trasferitasi a Napoli dalla vicina Cava dei Tirreni, dovette combattere contro il regime. I suoi film, spesso ambientati nei bassifondi del “ventre di Napoli”, non erano graditi al regime dittatoriale, specialmente perché all’estero riscuotevano grande successo. Un esempio della forte censura è il film “Fantasia ‘e surdato” (1927), che divenne incomprensibile a causa dei numerosi tagli.
La battaglia di Elvira Notari
Nell’Italia fascista, i problemi interni si risolvevano privatamente e Leone, il censore, ordinava a Elvira e alla sua Dora Film di modificare le sceneggiature. La sua lotta contro la censura non fu solo professionale ma anche personale, evidenziando il suo rifiuto di accettare i consigli e i ricatti degli uomini. Il duello con il censore svelò segreti inconfessabili e pose Elvira di fronte a tempi difficili.
L’eredità di Elvira Notari
Elvira Notari, pioniera del documentario, del cinema al femminile e del neorealismo, fu privata del suo linguaggio dalla censura proprio nel momento in cui il sonoro stava nascendo. Decise di chiudere la sua attività di produzione, che gestiva con il marito Nicola, e si ritirò a Cava de’ Tirreni dove morì nel 1946 a 71 anni.
Le riflessioni del regista Gianfranco Pannone
Il regista Gianfranco Pannone riflette: “Non ci sono riferimenti espliciti al presente, non si vuole forzare un testo che è comunque collocato storicamente in un’epoca precisa, però chi vuole capire capisce, perché forse alla fine c’è qualcosa che ci riporta alla situazione odierna. Oggi certamente non siamo in una dittatura, ma siamo tutti un po’ in allerta. Cinemamuto spero possa risvegliare anche un po’ le nostre coscienze rispetto al nostro presente sempre più difficile”.