La versione di The Crow con Bill Skarsgård presenta indicazioni più severe rispetto a quella del 1994 con Brandon Lee.
Il prossimo 28 agosto The Crow torna nelle sale con un reboot che, sebbene accompagnato da controversie, ha già catturato l’attenzione degli amanti del cinema goth grazie alla sua colonna sonora. La musica è sempre stata una parte fondamentale dell’identità di The Crow, influenzata dalla cultura dark e industriale che ha reso la storia di Eric Draven così iconica. Questo nuovo capitolo non si discosta dalle radici, offrendo una selezione musicale che abbraccia sia il passato sia le influenze moderne.
Un’eredità musicale da rispettare
Quando si parla di The Crow, è impossibile non ricordare la tragica vicenda che coinvolse Brandon Lee, morto sul set del film originale del 1994. La sua performance è rimasta nell’immaginario collettivo come uno dei ruoli più potenti e significativi nella storia del cinema gotico. Ma oltre alla sua interpretazione, il film è noto per la sua colonna sonora, che ha visto la partecipazione di band come The Cure, Nine Inch Nails e Pantera.
Per il 2024, la sfida di ricreare quella stessa atmosfera era grande, ma i produttori hanno deciso di affrontarla mantenendo un forte legame con le influenze musicali che James O’Barr, creatore del fumetto originale, ha sempre dichiarato di avere. La sua passione per band come Joy Division, Bauhaus e Iggy Pop ha contribuito a dare forma al mondo oscuro di Eric Draven, un personaggio nato dal dolore personale di O’Barr dopo la perdita della sua compagna.
Il ritorno di Joy Division e l’iconico Gary Numan
Uno degli aspetti più interessanti della colonna sonora del reboot è la presenza di artisti come Joy Division e Gary Numan. La traccia Disorder di Joy Division è stata scelta per rappresentare quel senso di alienazione e oscurità che permea il film. Nonostante l’influenza della band fosse già presente nel fumetto originale, questa sarà la prima volta che un loro brano appare ufficialmente in un film della saga di The Crow.
Gary Numan, con il suo brano M.E., aggiunge una dimensione elettronica glaciale che si sposa perfettamente con l’estetica distopica e industriale del film. La scelta di Numan riflette un desiderio di mantenere intatta l’essenza gotica del film, ma allo stesso tempo di aggiornare la colonna sonora con sonorità che continuano a ispirare nuove generazioni di artisti darkwave ed elettronici.
Tra sperimentazione ed eterea malinconia: Debussy ed Enya
Nonostante il film sia dominato da atmosfere cupe e inquietanti, la colonna sonora non manca di momenti di introspezione malinconica. Debussy, con il suo brano Des Pas Sur La Neige, introduce una delicatezza rarefatta che fa da contraltare ai momenti più intensi della pellicola. Questa scelta dimostra che la nuova versione di The Crow non si limita a ripetere gli stessi schemi del passato, ma cerca di introdurre nuove dimensioni emotive.
Enya, con il suo classico Boadicea, porta un tocco etereo e meditativo che bilancia perfettamente i toni più oscuri. La sua musica, che da sempre evoca immagini di natura incontaminata e spazi infiniti, crea una pausa quasi onirica nel flusso emotivo del film, aggiungendo una sfumatura di speranza e redenzione al racconto.
Nuove voci per un nuovo capitolo: Traitrs, Cascadeur e The Bug
Oltre ai nomi iconici della scena gotica e industriale, la colonna sonora di The Crow 2024 include anche artisti contemporanei come Traitrs, Cascadeur e The Bug. Questi artisti apportano una freschezza al progetto, mantenendo comunque la continuità con l’estetica dark del film originale.
Traitrs, con il loro brano Thin Flesh, offrono un’esperienza sonora che mescola sonorità post-punk e ambientazioni elettroniche minimali, perfette per amplificare il senso di angoscia esistenziale che permea la storia. Cascadeur, noto per le sue composizioni evocative, contribuisce con Meaning, un pezzo che si distingue per la sua capacità di trasmettere emozioni attraverso arrangiamenti semplici ma efficaci.
The Bug e Inga Copeland collaborano per il brano Fall, che introduce un’atmosfera più sperimentale e urbana. Questo pezzo, caratterizzato da bassi profondi e ritmi fratturati, rappresenta una deviazione interessante rispetto alle sonorità più tradizionali della colonna sonora, ma aggiunge una dimensione moderna che arricchisce ulteriormente il panorama sonoro del film.
Un reboot controverso ma necessario?
Nonostante la colonna sonora sembri onorare fedelmente l’eredità del film originale, il reboot di The Crow non è stato accolto senza polemiche. I fan del film del 1994 sono divisi riguardo alla scelta di sostituire Brandon Lee con Bill Skarsgård nel ruolo di Eric Draven. Rupert Sanders, regista di questo reboot, ha affrontato critiche anche da parte del regista del film originale, Alex Proyas, che ha dichiarato che The Crow dovrebbe essere considerato come il lascito di Brandon Lee, e che non dovrebbe essere toccato.
Nonostante ciò, è innegabile che il progetto abbia suscitato curiosità, soprattutto per la sua capacità di aggiornare la storia per un nuovo pubblico, mantenendo però intatti gli elementi che hanno reso il film originale così iconico. La colonna sonora gioca un ruolo fondamentale in questo processo di rinnovamento, e la scelta di combinare nomi leggendari con artisti contemporanei mostra una chiara intenzione di creare un legame tra il passato e il presente della cultura gotica e alternativa.
La tracklist: tra nostalgia e innovazione
Ecco la tracklist completa della colonna sonora di The Crow 2024, che riflette perfettamente questa tensione tra tradizione e innovazione:
- Debussy – Des Pas Sur La Neige
- Joy Division – Disorder
- The Bug feat. Inga Copeland – Fall
- Traitrs – Thin Flesh
- Landr – The Killer
- Gary Numan – M.E.
- The Veils – Total Depravity
- Enya – Boadicea
- Cascadeur – Meaning
- Foals – What Went Down
Questa combinazione di vecchi e nuovi talenti crea una colonna sonora che non solo onora l’eredità del film originale, ma espande anche i confini di ciò che può essere la musica gotica e industriale nel 2024.