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Il romanzo “Dormire in un mare di stelle” segna il ritorno di Christopher Paolini nel panorama editoriale italiano. Sono trascorsi dieci anni dalla conclusione del “Ciclo dell’Eredità”, la saga fantasy per ragazzi che ha reso famoso l’autore facendolo diventare uno scrittore best-seller, e oggi torna dai suoi lettori con un romanzo fantascientifico.
Dormire in un mare di stelle
Il romanzo, che a causa della sua lunghezza verrà diviso in due, è molto diverso rispetto a quello a cui l’autore aveva abituato i suoi lettori. Il luogo in cui la storia sarà ambientata non sarà più quello delle terre fantastiche del regno di Alagaësi bensì la Galassia.
Tutto ruoterà attorno alla scienziata Kira Navárez, una xenobiologa, ossia una specialista di forme extraterrestri, che durante una spedizione su un pianeta alieno troverà qualcosa che non dovrebbe essere lì. Le conseguenze saranno galattiche e il futuro dell’umanità sarà segnato da guerre extraterrestri per il predominio del mare di stelle.
Perché il cambio di genere?
La storia editoriale di Paolini la conoscono in molti. Scrisse il suo primo romanzo a quattordici anni, a diciotto la famiglia lo pubblicò a proprie spese e a soli vent’anni diventò lo scrittore di fantasy più giovane nella storia americana.
Il genere fantasy, come dice lui stesso nella campagna di promozione del suo romanzo, rappresenta il suo passato. Il punto da cui ha iniziato la sua carriera. In questi anni dalla fine della saga che lo ha reso famoso, l’autore è cresciuto molto e il suo stile è maturato con lui.
Il nuovo romanzo rappresenta il futuro. Il cambio di genere è il rito di passaggio che lo scrittore si è sentito di dover compiere per staccarsi dal proprio passato. Anche se non del tutto. Infatti, Christopher Paolini ha ammesso più di una volta di non aver finito di raccontare storie del mondo di Eragon.